Ogni minuto nascono 571 nuovi siti internet per un totale di circa 2 miliardi in tutto il mondo, ma di questi “solamente” 200 milioni possono considerarsi attivi.
È stato inoltre registrato che meno del 65% delle piccole imprese ha un sito web; un dato che possiamo considerare basso, perchè senza un sito web aziendale si dà l’impressione di non essere più in attività, considerando anche il fatto che circa il 90% delle decisioni di acquisto prese dai clienti si basano sui motori di ricerca.
Definire la struttura dei contenuti del nostro sito web è un’attività fondamentale che porta anche vantaggi in ambito SEO: una corretta architettura del sito indica ai crawler – software che naviga sistematicamente nel World Wide Web, tipicamente ai fini dell’indicizzazione. I crawler creano una copia delle pagine web per l’elaborazione da parte di un motore di ricerca che indicizza le pagine scaricate, per permettere agli utenti di effettuare ricerche in modo semplice e veloce – quali porzioni del sito sono importanti e quali lo sono meno, attribuendo a ciascun contenuto un valore gerarchico. Non bisogna però concentrarsi solo sulle esigenze SEO, è importante anche comunicare e connettersi agli utenti che navigheranno sul sito: i contenuti devono quindi essere costruiti con un linguaggio in linea con le esigenze del pubblico che si vuole raggiungere, questo aiuterà comunque a scalare le SERP (Search Engine Results Pages – le pagine dei risultati di un motore di ricerca), dal momento che Google basa la scelta dei contenuti da posizionare in prima pagina anche in base alla loro capacità di informare il pubblico nel modo giusto.
Va sottolineato inoltre che ad oggi la navigazione sul web avviene per la maggior parte tramite dispositivi mobili come smartphone e tablet, ogni sito dovrebbe quindi essere responsive anche per i contenuti testuali: gli utenti navigano in maniera frettolosa e le informazioni devono quindi essere trasmesse in modo immediato e semplice.
Cos’è la struttura di un sito?
La struttura o architettura del sito è la modalità con cui vengono organizzati e collegati argomenti e informazioni e cioè la logica secondo cui vengono stabilite le gerarchie dei contenuti delle pagine web. È fondamentale sia per la user experience (UX) che per favorire il processo di indicizzazione sui motori di ricerca. La struttura di un sito non equivale al menu di navigazione: durante la creazione del sito vengono gestiti tutti i contenuti, mentre il menu serve a fornire un modo rapido per accedere agli argomenti di maggior rilevanza. Valorizzare entrambi gli aspetti significa favorire sia il motore di ricerca che la navigazione: se gli utenti trovano velocemente quello che cercano, sono portati a continuare a visitare e tornare sul sito, questo aumenterà le possibilità di conversione.
I quattro elementi fondamentali che compongono un sito sono:
HEADER: l’intestazione; si trova nella parte superiore della pagina ed è la prima cosa che viene visualizzata da chi visita il sito. Deve quindi catturare l’attenzione e accendere l’interesse per spingere l’utente a proseguire con la navigazione, per questo motivo deve essere curato soprattutto dal punto di vista grafico
MENU: è un elemento molto importante perché permette di visitare le varie sezioni del sito, valutarne le pagine e arrivare ai contenuti che si stanno cercando. Le linee guida per un menu efficace sono: chiarezza, semplicità, font leggibile e l’inserimento di poche ma fondamentali pagine
FOOTER: la parte bassa del sito che contiene le informazioni dell’azienda; è quindi importante curarne il più possibile l’aspetto grafico e riproporre anche qui il menu di navigazione per spingere l’utente a continuare la visita
LOGO: posizionato in altro a sinistra, è il biglietto da visita che identifica l’azienda comunicando la sua identità e il settore di riferimento
TIPOLOGIE COMUNI DI STRUTTURA
Struttura sito ad albero
Definita anche struttura a silos, è la tipologia più ordinata e di facile comprensione, per questo motivo è quella più diffusa. Come per i rami di un albero, i contenuti sono ordinati gerarchicamente in macro topic, argomenti principali, allo stesso livello di importanza tra loro; ogni macro topic si dirama a sua volta in cluster che sono via via sempre più specifici e sempre riferiti al topic principale. È quindi la struttura indicata per i progetti in continuo ampliamento e garantisce la possibilità di applicare lo stesso modello a tutti i contenuti che si andranno ad aggiungere in futuro. In ottica SEO, questa struttura è preferibile per tutti i siti che prevedono una netta distinzione tra gruppi di contenuti, come per esempio i blog dove vengono categorizzate le informazioni.
Struttura sequenziale
In questa modalità viene creata una catena di informazioni: ogni contenuto è direttamente collegato a quelli che gli stanno immediatamente vicino. Un esempio di struttura sequenziale sono i micro siti realizzati per le campagne di advertising, che servono per far atterrare gli utenti: la landing page principale prevede solitamente una sola possibilità di scelta, per esempio l’acquisto di un prodotto/servizio o l’ottenimento di una lead, seguita poi da un eventuale upselling, checkout e una pagina di ringraziamento. Ogni pagina è direttamente collegata unicamente a quella che la precede e a quella che la segue. Questo modello non è ovviamente applicabile a siti di dimensioni medio-grandi e non sempre permette di inserire un nuovo contenuto tra due pagine.
Struttura a matrice
Questa tipologia si avvicina molto a quella ad albero, con la differenza che vengono ampiamente sfruttati i link interni per far sì che gli utenti possano trovare le informazioni che cercano in maniera immediata. Un esempio di questa modalità di architettura è sicuramente Wikipedia che permette di linkare una grande quantità di informazioni utili ad approfondire una serie di argomenti, lasciando all’utente la libertà di scegliere se cliccare sul link o meno.
Modello Database
Questa tipologia di struttura è la più complessa e, contrariamente a quelle precedenti, si sviluppa dal basso verso l’alto sfruttando principalmente i metadati e le tassonomie dei contenuti. Viene utilizzata principalmente per tutti quei servizi in cui la personalizzazione è la chiave per la buona riuscita del progetto. Un esempio sono i siti di home banking: le informazioni presenti sono private e quindi individuali, il contenuto viene quindi generato esclusivamente per l’utente in questione e nessun altro. Un altro esempio più comune è Google: la sua rete di ricerca contiene infatti un’infinità di contenuti che vengono organizzati e serviti a seconda dalla ricerca effettuata dall’utente.
Come quasi tutto in ambito SEO anche la strutturazione fa parte della strategia, che diventa quindi un’attività periodica: gli aggiornamenti tecnici e di contenuto sono fondamentali per ogni sito web; la manutenzione della struttura del sito va di pari passo con la sua crescita e permette inoltre di far fronte alle nuove sfide poste dalla SEO.
Le tre principali aree da considerare per la manutenzione e gli aggiornamenti sono:
AGGIORNAMENTO TECNOLOGICO: soprattutto per quanto concerne i siti web realizzati con CMS open source è necessario prevedere delle attività ricorrenti di manutenzione ordinaria come aggiornamento CMS, aggiornamento plugin e aggiornamento template.
AGGIORNAMENTO GRAFICO: le tendenze grafiche dei siti web sono in continuo aggiornamento e conseguentemente le esigenze di UX e UI (User Interface) sono soggette a revisioni; un sito web datato potrebbe presentare uno stile grafico non in linea con le attuali esigenze del mercato.
AGGIORNAMENTO CONTENUTI: un sito web con contenuti aggiornati di frequente è dimostrazione di professionalità e attenzione al proprio business, oltre che essere un importante aiuto per il miglioramento del posizionamento organico.
Un sito web non aggiornato risulta inattendibile perché non produce contenuti sempre aggiornati e comunica quindi un senso di poca professionalità e avrà quindi scarsa visibilità dal momento che i motori di ricerca premiano i siti web che aggiornano costantemente le proprie informazioni.